la storia
La storia di Villa Parco Bolasco
Uno straordinario patrimonio storico, architettonico e naturalistico. Un’eredità custodita nei secoli.
I secoli hanno custodito lo straordinario patrimonio storico, architettonico e naturalistico di Villa Parco Bolasco, consegnandolo alla contemporaneità e al nostro sguardo. Il complesso, di proprietà dell’Università di Padova, conserva integralmente l’impianto e le caratteristiche del progetto ottocentesco opera dell’architetto Giambattista Meduna.
Non tutte visibili sono invece le tracce dei precedenti giardini e palazzo al cui posto oggi sorge il complesso ottocentesco. La memoria di quella eredità seicentesca però è ancora presente e si lega indissolubilmente alla storia di un luogo che oggi persegue l’intento di custodire e diffondere bellezza, arte e cultura.
Un luogo che oggi
custodisce e diffonde bellezza,
arte e cultura
Tra Quattrocento e Settecento
Dal Paradiso al progetto di riorganizzazione di Villa Corner ad opera di Vincenzo Scamozzi.
Le prime notizie sull’area in cui sorge Villa Bolasco risalgono al Quattrocento, quando risultava di proprietà della famiglia Morosini. Nel Cinquecento, invece, per la prima volta si parla di un “loco vocato Paradiso”, che dai Morosini passa ai Cornaro. I beni che vengono traslati sono già di una certa consistenza: si tratta infatti di una proprietà composta da casa da statio, cortili, broli, peschiera e colombare.
A fine Cinquecento la configurazione della villa Corner compare in una mappa dell’epoca e quello stesso assetto viene conservato pressoché invariato fino al 1607, quando Nicolò Corner commissiona a Scamozzi un progetto per la riorganizzazione della villa. Il progetto di Scamozzi sembra sia stato realizzato soltanto in parte, mentre per certo furono effettuati degli ampliamenti del corpo della villa e dei giardini tra fine Seicento e inizi Settecento.
Il Paradiso dei “magnifici Corneri”
La storia del complesso cinquecentesco sulle cui tracce è nata Villa Parco Bolasco.
Nel 1571, in una mappa di Castelfranco, compare per la prima volta un riferimento al complesso di edifici e di giardini costruito dalla famiglia dei “magnifici Corneri”. Collocato dove oggi si trovano Villa e Parco Bolasco, il Paradiso era un’ampia area verde in cui, oltre a orto e giardino, sorgevano la casa del giardiniere, un’imponente peschiera e il palazzo, un’antica casa padronale con torri e colombare negli angoli.
Non si conosce con certezza il motivo per cui giardini e palazzo fossero noti come “Paradiso”. Un’ipotesi si lega al fatto che Caterina Corner fosse solita vivere nel complesso momenti di svago e riposo. Un’altra possibilità è che l’area prendesse il nome dal soggetto di un affresco di un palazzo vicino. O forse il nome derivava semplicemente dalle caratteristiche del luogo: un posto paradisiaco, di straordinaria bellezza.
Nel 1601 il vecchio palazzo venne abbattuto e sostituito da due edifici simmetrici, progettati da Vincenzo Scamozzi. Il nuovo giardino si caratterizzava per due ordini di aiuole rettangolari a tappeto verde, secondo una concezione regolare e simmetrica. Di questa nuova forma del Paradiso tuttavia non è rimasta pressoché traccia.
All’inizio dell’Ottocento infatti il complesso veniva venduto, come “terra incolta e nuda”, ai suoi successivi proprietari.
Di questo glorioso passato restano ancora oggi le sculture realizzate da Orazio Marinali e reimpiegate nella Cavallerizza e le due splendide torri colombare che delimitano a est e a ovest i confini del Parco.
L’Ottocento
Un nuovo progetto dal gusto romantico affidato a Giovan Battista Meduna.
A inizi Ottocento, nel 1803, l’intera proprietà del Paradiso viene concessa in affitto a Leopoldo Verizzo, che viene autorizzato a demolire l’intero complesso per costruire un’abitazione. Insieme al complesso scompaiono le peschiere, riconvertite in terreno agricolo. Qualche anno dopo, nel 1808, la proprietà viene venduta ai fratelli Antonio e Francesco Revedin, che probabilmente realizzarono una prima sistemazione degli edifici esistenti.
A metà del secolo, tra il 1852 e il 1853, viene coinvolto Giovan Battista Meduna, che predispone il progetto di intervento, la costruzione del nuovo palazzo. I lavori sono documentati tra il 1853 e il 1865, anno in cui si tenne un grande ballo di inaugurazione della villa.
Dai Revedin alla famiglia Bolasco
Il complesso di Villa Parco Bolasco oggi.
Oggi Villa Parco Bolasco è proprietà dell’Università degli Studi di Padova. Il complesso è stato infatti donato da Renata Mazza vedova Bolasco, ultima proprietaria, all’Università di Padova, che nel 2015 ha completato il restauro del giardino e di parte della Villa. Villa Parco Bolasco è sede di LABolasco, centro di ricerca afferente al Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali TESAF.
A partire dal 2017, ogni anno, da aprile a ottobre, torna ad accogliere il pubblico all’insegna della diffusione dell’arte, della bellezza, della cultura. Dalla prima apertura l’Università di Padova ha registrato più di 36.000 presenze, 1790 gruppi in visita guidata e continua a lavorare a una proposta di didattica, divulgazione ed eventi di cui Villa Parco Bolasco è il cuore.
Dal 2017 il Parco ha registrato
più di 36.000 presenze
e 1790 gruppi in visita